Mi pare sensato dedicare uno dei primi articoli di questo Travel Blog alla primissima disavventura del mio viaggio verso l’Australia, che prevedeva un paio di stop-over di qualche giorno in altri paesi prima di arrivare a Sidney.
Neo-laureato in giurisprudenza, lascio la pratica legale retribuita a poche centinaia di euro al mese e parto per l’Australia con il programma Working Holiday. Lì mi avrebbero raggiunto mesi dopo degli amici.
Come sempre succede quando si decide di cambiare vita e di rischiare il certo per l’incerto, il mondo ti mette immediatamente alla prova per vedere come te la cavi, devi essere ben attrezzato e anche una precauzione come un preservativo potrebbe salvarti la vita.
I Fatti
Atterro nell’opulento aeroporto del mio primo stop over, arredato con palme, cascate d’acqua a parete e colonne bianche ovunque, sono vestito come il tipico turista occidentale: berrettino, felpone con il cappuccio, pantaloni comodi e zainetto.
Il mio aspetto evidentemente non convince l’impiegata addetta al controllo dei passaporti. In effetti fino a pochi giorni prima lavoravo come praticante legale e nella foto sul mio passaporto nuovo di zecca appaio mentre indosso una giacca e una camicia; ho pure un po’ di barba che nel frattempo mi son tolto come prima di ogni lungo viaggio:
“Non sei tu”
“Ma no no no, lì stavo lavorando, adesso sono in viaggio, mi son fatto la barba, guardami, si vede che sono io!”
“Non sei tu”.
La mia reazione alle rimostranze dell’addetta al controllo dei passaporti.
Me la cavo fornendo anche le mie carta di identità e patente per un confronto, riesco quindi a passare i controlli, invio un SMS a casa per avvisare che sto bene e proseguo.
Sto chiacchierando con Guido, un ragazzo italiano che era seduto accanto a me in aereo, si è diplomato da poco ed ha appena accettato una proposta di lavoro che lo ha portato qui; a differenza mia è quindi incamiciato e vestito bene. Passiamo davanti ad un ulteriore check-point, ovviamente uno dei poliziotti fa segno a me di avvicinarmi, mentre Guido prosegue tranquillo, non lo vedrò mai più.
Perquisito
Il poliziotto vuole controllare il mio zaino e comincia a frugarvi dentro. Ne estrae un sacchettino di pelle che avevo portato con me per metterci delle collanine, braccialetti ed altre chincaglierie da “vita da spiaggia”.
Quel sacchettino era un regalo fatto a me ed ai miei due coinquilini alla fine dell’Erasmus, dal Greco che aveva un negozio di bigiotteria sotto casa nostra. I tre sacchettini di pelle contenevano dei semini rotondi e colorati, neri, verdi e rossi.
Non bisogna certo essere degli esperti viaggiatori per capire che trasportare dei “semini” mentre si è in viaggio non è una buona idea. Avevo quindi già rimosso i semini dal sacchettino prima di portarlo in viaggio.
Il poliziotto, che è grande e grosso ed indossa un basco ed una divisa scura, infila le dita nel sacchettino e comincia a frugarvi dentro.
“Eh sbirro, sapevo che avresti potuto frugare nel sacchetto, infatti i semini li ho rimossi” penso, non sono mica scemo.
Con mio sommo stupore il poliziotto estrae con due dita un semino nero, evidentemente rimasto celato in una pieghetta.
Mi guarda fisso e mi chiede:
“And What is this?”
Impallidisco immediatamente, nella mia mente si insinua una sola domanda:
“Ok, come faccio adesso a spiegare al poliziotto che si tratta di un portafortuna regalatomi da un Greco, in Spagna…”
Con il mio inglese dei tempi, non conoscevo nemmeno la parola “Seed” (seme).
“Allora…
ce ne erano altri…
non so cosa sono…
sapevo che potevano essere un problema in aeroporto, quindi li ho tolti…
è un qualcosa che porta buona fortuna…”
Forse non mi sta capendo.
“Fortune! Fortune!” esclamo, “Good luck!”
“Seguimi”.
Ok, sono fregato, sto andando in carcere, un carcere a migliaia di chilometri da casa, ed ho appena mandato SMS con scritto: “Atterrato,Tutto OK”.
E adesso che faccio?
Il poliziotto mi conduce in uno stanzino che avrà avuto un metro per due. Comincia a perquisirmi, mi fruga addosso e continua a ripetere concitatamente:
What is this?”, “What is this?!”
Si sta mettendo male, sento le gocce gelide che mi scorrono lungo il viso, capisco per la prima volta nella mia vita il significato dell’espressione “sudare freddo”. Come faccio ad uscire da questa situazione?
Dannato Greco…
Il poliziotto vuole vedere il mio portafoglio, glielo tendo e lui inizia a frugare in ogni taschina e piega, all’improvviso ne estrae un preservativo dimenticato lì da chissaddio quando.
“And What is this?”, domanda.
Nella grotteschità della situazione, le parole mi escono di bocca da sole:
“Com’on man, You know!” (Dai uomo, lo sai!)
Al poliziotto la battuta piace, scoppia a ridere, ride di gusto. Tutto sommato sarà poco più che mio coetaneo.
Mi guarda, mi mostra nuovamente il semino tra le due dita e mi domanda:
“And What is this?”
Stravolto, gli rispondo:
“Listen: I -DON’T-KNOW” (“Senti, NON – LO – SO”).
Il poliziotto apre la porta della stanzetta, mi tende il passaporto da dietro la schiena e mi fa cenno di andare con la testa. Nel dubbio, trattiene con sé sia il preservativo che il semino.
Se non sei già abituato ad avere sempre con te un preservativo quando sei in viaggio, spero che questo articolo ti abbia convinto, potrebbe salvarti la vita.
Consigli di Viaggio
- Se ti trovi in una situazione difficile prova a buttarla sul ridere.
- Se vuoi scrivere a casa che sei atterrato e che va tutto bene, aspetta di avere effettivamente passato i controlli per entrare nel paese di arrivo.
- Porta sempre con te un preservativo.
- ATTENZIONE: Oltre agli oggetti notoriamente vietati a bordo degli aerei o non accettati alle dogane (oggetti taglienti, liquidi, gas e infiammabili…),vi sono altri oggetti di uso comune che, sebbene innocenti, potrebbero mettervi nei guai in alcuni paesi. Per esempio, sembrerebbe che la sola ingestione di semi di papavero potrebbe falsare i risultati di eventuali test anti droga (leggi questa voce di Wikipedia in inglese).Informarti sempre bene sul paese che stai per visitare prima di metterti in Viaggio!