Il Lavoro in cambio di Alloggio
Quando sei all’estero in una località dove pensi di volerti fermare, prova a presentarti negli ostelli locali e chiedere se fanno “Work in Change of Accommodation”. E’ una pratica comune in tutto il mondo, quindi non aspettarti rispostacce ma al massimo un educato “non abbiamo bisogno”.
Puoi anche portarti avanti e mandare delle e-mail prima di arrivare. Alcuni ostelli, inoltre, scrivono degli annunci sui siti per chi cerca lavoro, offrendo “lavoro in cambio di alloggio”.
Se sei fortunato e parli molto bene la lingua locale potrebbero darti dei lavori di segreteria, altrimenti le mansioni comunemente offerte sono: rifare le stanze, fare le pulizie e fare piccoli lavori di ristrutturazione. Sii scaltro e cerca di evitare il turno dei bagni, usa la fantasia…
Se ci pensi, per gli ostelli è un affare. Quale altro tipo di business riesce a trovare con tanta facilità forza lavoro non solo a costo zero, ma pure felice di farlo?
Pare che alcuni ostelli oltre che a un posto letto forniscano ai collaboratori pure qualche dollaro extra, ma a me non è mai capitato.
La Mia Esperienza in Australia
Gli ultimi due mesi della mia permanenza in Australia li ho spesi a Margaret River nel Western Australia. Se mai deciderete di visitare l’Australia vi consiglio vivamente di non saltare la costa ovest; per me le spiagge sono le più belle del paese ed è sicuramente meno turistico rispetto alla trafficata costa est. Fare surf senza vedere nulla di costruito attorno, a volte nemmeno le auto parcheggiate, era un’esperienza quotidiana.
Ai tempi alloggiavo in un ostello a Prevelly, a pochi passi dal mare, e Lavoravo a Margaret River in due diversi locali. Essendo la località troppo piccola per avere un servizio autobus, usavo l’autostop come un mezzo di trasporto pubblico…
Io e gli altri ospiti a lungo termine ci davamo da fare per trovare ogni sorta di lavoretti che ci aiutassero ad accumulare ore di lavoro, da scontare dalla retta settimanale. Con José dal Cile avevamo collaudato un metodo per rifare i letti a catena di montaggio. Mentre con Nicolas, Francese, eravamo diventati degli esperti a farci assegnare dei lavori anche quando non c’era nulla da fare; non c’era niente che non avremmo fatto….
Un lavoro Sporco
Un giorno la direttrice dell’ostello, anche lei una viaggiatrice ma più grande, ci fa:
“Ragazzi, se volete lavorare ho un lavoro per voi…”
Sogghigna
“…però è un lavoro sporco, vi va di farlo?”. Sorride maliziosa.
Io e Nicolas ci guardiamo…
…potevamo farlo.
“C’è un urinatoio intasato, serve qualcuno che lo sblocchi usando la manichetta antincendio”.
Io e Nicolas ci guardiamo…
Beh ormai eravamo in ballo.
Nicolas è solo due anni più giovane di me, ma io me la cavo con la cara vecchia “regola del più vecchio”: me ne sto fuori dal bagno ad azionare la manichetta.
Lui invece si piazza sullo stipite della porta con una gamba che gira l’angolo per tenere la lancia della manichetta in posizione con il piede, pronto a scappare se necessario.
Le prime due volte apro a tutta pressione e lo vedo lanciarsi fuori dal bagno in stile Indiana Jones…
Concordiamo quindi che avrei aperto piano e poi aumentato gradualmente il getto.
Lui dal limite del bagno, mi dà le indicazioni:
“Vai… vai.. vai..”
Poi lo sento gridare disperatamente:
“STOOOP! STOOOP!”
Immaginate la stessa scena ripetuta un po’ di volte.
Mi par di ricordare che riuscimmo nell’impresa, ma il bagno sicuramente non ne uscì benissimo.
Lasciai Margaret a Gennaio per andare alle Fiji e poi in Nuova Zelanda. Di quel gruppo di persone ho rivisto soltanto Neo, un ragazzo italiano, più di otto anni dopo; ma è uno dei periodi di viaggio che ricordo con più pacere.
Il Wwoofing
Wwoof è l’acronimo per World-Wide Opportunities on Organic Farms. E’ un’organizzazione nata in Inghilterra nel 1971 con lo scopo di connettere persone desiderose di sperimentare la vita di campagna, con fattori bisognosi di volontari, detti “Wwoofers”.
In soldoni, ti viene offerto un alloggio (e qualche volta il vitto) in cambio di 2 o 4 ore di lavoro al giorno, che si suppone non dovrebbe essere pesante.
Vivrai in posti interessanti e ti potrebbero capitare compiti divertenti quali guidare un Quad o altre macchine agricole, ma anche mansioni un po’ “sporche” o che potrebbero urtare la tua sensibilità, come l’avere a che fare con animali in cattività. Quindi informati bene prima di accettare. Il mio consiglio è comunque di farlo per un periodo di tempo breve, lasciando prima di iniziare a sentirlo come un vero lavoro.
Per mia esperienza, non essendoci nessun contratto con l’ospite, il nome “Wwofing” si estende al di là dell’organizzazione a tutto ciò che possa riconoscersi nello schema sopra descritto, con dicitura semplificata “Work on Organic Farms” .
La Mia Esperienza in Nuova Zelanda
Essendo la Nuova Zelanda un paese estremamente verde e con tanta agricoltura; appena fuori dalle principali città ciò che io in Australia conoscevo come “Work in change of Accommodation” veniva definito come Wwoofing.
Durante il mio secondo soggiorno in Nuova Zelanda ho passato la maggior parte del tempo a Raglan, la mecca del Surf dell’Isola Nord di Aotearoa (la Nuova Zelanda in “Te reo Maori”, la lingua Maori); l’equivalente di Byron Bay in Australia, se ci siete stati.
Appena arrivato ho fatto “Wwoofing” presso due dei tre ostelli locali: il Solscape ed il Karioi Lodge. A meno che tu non sia un hipster, un vegano o un vogliammosebbene yogico ti consiglio il Karioi, che è un party hostel e sta immerso in una pittoresca Jungla; le ore di lavoro al giorno rimangono 2,5 anche in estate mente il Solscape le aumenta a quattro.
Al Raglan Backpakers son stato solo di passaggio, ma si respirava una bell’aria pure lì ed era sicuramente il più comodo essendo in città. Ai collaboratori venivano messi a disposizione dei furgoncini fermi a mo di posto letto, che però davano più privacy di un letto in camerata. Compromessi…
Dopo questo periodo iniziale mi venne proposto di fare Wwoofing in una casetta di campagna.
La vita a Te Uku
Mi son trovato quindi per mesi a dividere casa con ragazzi di varie nazionalità a Te Uku (“Il Gesso” in lingua Maori), un “paesino” proprio fuori Raglan composto da casa mia, una strada, un benzinaio con un piccolo market e una micro caffetteria.
Le mie mansioni prevedevano: falciare l’erba, spostare masse di compost, raccogliere la frutta degli alberi del nostro giardino, ed accudire Thelma & Louise, le nostre due insaziabili scrofe da me nominate così perché destinate prima o poi al macello (fonti ben informate mi riferiscono che invece a tutt’oggi le nostre due sarebbero ancora vive e vegete).
Vivere in campagna aveva degli svantaggi ma anche degli indiscutibili pregi.
Gli Svantaggi
La casa era a 10 minuti circa dal Raglan, il che non è molto, ma significa che per qualsiasi cosa dovevi prendere l’auto (il mini market fuori casa aveva prezzi proibitivi), e finché non sono stati piazzati dei ripetitori il campo era inesistente.
“Vi sono luoghi nel mondo in cui la natura la fa ancora da padrona e l’uomo non è mai riuscito a prendere il sopravvento”.
Beh la Nuova Zelanda, e Te Uku in particolare, sono decisamente tra questi: la casa era costantemente invasa da topi di campagna e da ogni tipo di insetti (formiche giganti, mosche, ragni, mantidi, grilli e cavallette), le due scrofe puzzavano ed erano costantemente affamate, non mancando di sottolinearlo con ogni tipo di grugnito, latrato, raglio e sgrufolio dalla mattina presto fino a notte inoltrata.
L’acqua corrente arrivava da un cisternone che raccoglieva l’acqua piovana, durante l’estate siam rimasti senza per ben due volte…
I Vantaggi
Quanta soddisfazione però quando ti prepari la colazione con la frutta staccata dai tuoi alberi, e ti bevi il caffè all’aperto mentre contempli il vuoto attorno?
Quanto sono belle le serate attorno al fuoco quando sai che sei in mezzo al nulla?
Quando mi ricapiterà di avere un albero di feijoa nel giardino di casa? Non lo sapevo nemmeno cosa fosse una feijoa…
E poi, quella casa aveva un pregio, un enorme pregio: alla porta accanto dello stesso edificio vi era nientepopodimeno che un laboratorio dolciario dove facevano i biscotti; quei biscottoni tutto burro all’americana grossi come una mattonella. Li potevi immergere nel caffè latte per ore ma rimanevano comunque rigidi, il burro li rendeva impermeabili.
Il laboratorio non era ancora ufficialmente operante, ma usato per “esperimenti” prima della commercializzazione, e noi della casa vi avevamo quindi accesso (anche perché in Nuova Zelanda quasi nessuno chiude le porte a chiave).
Immaginate la nostra felicità quando rientravamo la notte dalle serate allo YOT Club, l’unico Club di Raglan…
Consigli di Viaggio
- Più a lungo ti fermerai nella stessa località e più abbatterai i costi del viaggio (leggi l’articolo).
- Vi sono diverse soluzioni per risparmiare o ridurre i costi di alloggio mentre viaggi. Tra questi vi sono: Couchsurfing, Wwoofing, House Sitting, Au’pair o il Lavoro in cambio di una Sistemazione.
- Puoi cercare queste opportunità in loco oppure gioca d’anticipo informandoti e facendo domanda prima di partire.
- Valuta bene vantaggi, svantaggi e gli impegni che queste soluzioni comportano prima di accettare.
- Una volta accettato fai la tua parte.